

Inchiesta in Francia dopo morte in diretta di uno streamer
Maltrattamenti e un live di 10 giorni, la morte di Jeanpormanove
Oltre 10 giorni di 'live' ininterrotti sulla piattaforma Kick, maltrattamenti di ogni tipo da parte dei suoi "amici", poi Jeanpormanove, nome "d'arte" di Raphael Graven, 46 anni, è morto in diretta davanti a migliaia di follower. E' stata aperta immediatamente un'inchiesta, che partirà da interrogatori dei suoi "amici" noti come "Naruto" e "Safine", i quali sulla piattaforma concorrente di Twitch l'hanno sottoposto a prove estreme, torture e sfide di sopravvivenza, ingurgitando fra l'altro prodotti tossici. Sono stati i suoi complici e torturatori che lo hanno scoperto senza vita e hanno deciso finalmente di mettere fine alla diretta, dopo che da 10 minuti il corpo senza vita di Graven era esposto alla vista di migliaia di spettatori. Jeanpormanove era un personaggio notissimo sui social, in particolare su TikTok, dove aveva 582.000 abbonati. Era un vero adepto delle sfide estreme, tanto da aver lasciato Twitch, la piattaforma online dove rischiava di essere espulso visti i regolamenti più severi di Kick, dove si era trasferito. Qui, aveva potuto negli ultimi tempi moltiplicare le sfide che tenevano incollati ai suoi live migliaia di seguaci: strangolamenti, colpi violentissimi al corpo e al viso, colate di vernice sulla testa e così via. Sui social, poco prima del suo decesso, in parecchi avevano descritto sevizie sempre più crudeli alle quali i complici lo sottoponevano. I magistrati non si sbilanciano, i legali degli streamer parlando di "messinscena" per quelle che sarebbero apparse come sevizie senza esserlo in realtà. Clara Chappaz, ministra del Digitale, ha parlato di "orrore assoluto", con "Jeanpormanove umiliato per mesi in diretta".
V.Green--VC