

Da turisti stranieri 21 miliardi spesi con carta, +38% su 2022
Studio Nexi-MiTur, Usa in testa, arabi big spender
(di Cinzia Conti) Nel 2024 il valore della spesa con carta dei viaggiatori stranieri sul territorio italiano ha superato i 20,9 miliardi di euro, in crescita del 37.9% rispetto al 2022. Gli statunitensi sono i più fidelizzati, i turisti di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti i big spender, i brasiliani e gli australiani quelli con crescita maggiore. Emerge dalla prima edizione del Rapporto Tourism and Incoming Watch elaborato da Nexi con la direzione scientifica dell'Osservatorio Nazionale del Turismo del Ministero del Turismo che è stato presentato a Palazzo Baldassini a Roma dalla ministra del turismo Daniela Santanchè. Con oltre 3,8 miliardi spesi, gli americani rappresentano il 18.3% del totale incoming, mentre i viaggiatori provenienti dai Paesi arabi sono i più alto-spendenti con una spesa media per carta pari a più del doppio rispetto a quella di tutti gli altri Paesi (913 euro per l'Arabia Saudita e 822 per Emirati Arabi Uniti, contro una media di 411). La spesa di viaggiatori provenienti da nuove aree geografiche sta crescendo rapidamente, suggerendo un allargamento dell'interesse verso l'Italia come meta turistica e conseguenti opportunità di crescita significative. In particolare, sono i viaggiatori provenienti dal Brasile e dall'Australia ad aver fatto registrare i più alti tassi di crescita, attestandosi rispettivamente al +155% e +100%. "Questi dati - dice la ministra nel suo intervento - ci dicono quello che è la cifra del mio ministero e cioè far cambiare il paradigma. La nostra nazione è una nazione di qualità e non di quantità. Sembra una cosa da poco ma finora abbiamo insistito solo sul numero dei turisti che arrivano nella nostra nazione. Ma per me non è un dato suffficiente e soprattutto non è dirimente. Il dato per noi importante è la spesa pro capite, quanto lasciano sul nostro territorio. Noi siamo un piccolo puntino nel mondo, siamo una piccola nazione e dobbiamo essere consapevoli di ciò che possiamo dare in termini di offerta turistica e dobbiamo essere più consapevoli del nostro orgoglio di appartenenza e di essere italiani" conlude la mnistra ribadendo che "per vincere la sfida l'Italia deve alzare l'asticella dei servizi". A livello di distribuzione sul territorio, il 75% del valore del turismo incoming è generato da 20 province che rappresentano un nucleo consolidato di destinazioni attrattive su cui si possono costruire strategie di crescita. Le città d'arte (Roma, Milano, Venezia, Firenze, Napoli) si confermano i maggiori driver economici che attraggono elevati volumi di spesa, costanti tutto l'anno. Per quanto riguarda le abitudini di consumo dei viaggiatori stranieri in Italia, i ristoranti e le strutture ricettive attraggono quasi il 50% delle spese a destinazione (49,6%), seguiti da moda e accessori (12,2%) che catalizzano in particolare la spesa di una nicchia ad alto potenziale economico rappresentata dai viaggiatori della Penisola Araba (30.6% del loro budget) e del Sud-Est Asiatico (30%). Sulla situazione internazionale Santanchè dice: "Non vi devo raccontare quello che sta succedendo nel mondo in questi giorni e dirvi che noi come turismo abbiamo una responsabilità perché il turismo è anche un ponte di pace. Quando le persone viaggiano, si conoscono, si confrontano, hanno meno paura dell'altro. Dobbiamo vedere il turismo come ponte di pace e mai come in questo momento abbiamo bisogno di pace". Ma allo stesso tempo invita a prepararsi anche agli scenari futuri: "Quest'estate non avremo la mancanza degli americani perché come sapete prenotano molto in anticipo ma dobbiamo puntare anche sugli altri mercati come il Brasile, l'Australia, i Paesi arabi e tutte quelle nazioni dove c'è un dinamismo potenziale e ancora in parte inespresso". La ministra chiede poi di smettere di demonizzare l'overtourism: "Il 75% dei turisti visitano solo il 4% del nostro Paese e quindi abbiamo un problema di undertourism nel 96% del nostro territorio. Oggi con il ministro Lollobrigida ho partecipato a un convegno su un nuovo tipo di turismo quello del Dop e dei prodotti enogastronomici: abbiamo 5600 borghi dove si produce il 95% delle nostre eccellenza di cibo e vino. E' un turismo esperienziale e anche sostenibile". Infine i dati sul turismo congressuale, dove l'Italia è il primo paese in Europa e il secondo al mondo. "Ci sono oltre 1 milione di stanze, in Italia, ma sono concentrate al momento solo nelle destinazioni più note e famose a livello mondiale, come Venezia, Firenze, Milano, e Roma. I congressi offrirebbero una grande opportunità per espandersi in località interne bellissime".
R.Clark--VC